
Gli Errori dell’Ambientalismo Ideologico e le Sfide per un Futuro Sostenibile:
come un approccio ideologico ha frenato lo sviluppo economico senza migliorare l’ambiente, e perché è urgente un cambio di rotta pragmatico.
La passata legislatura europea è stata caratterizzata da un approccio ideologico in ambito ambientale generando provvedimenti ricchi di contraddizioni e criticità, le cosiddette "ecofollie". Queste pratiche, spesso caratterizzate da un'eccessiva enfasi su ideali ecologici, hanno avuto l’unico effetto di danneggiare l'economia senza apportare reali miglioramenti ambientali.
Un aspetto critico dell'ambientalismo ideologico è il suo ricorso a narrazioni catastrofiche che non teme di sfruttare i più giovani per sostenere azioni radicali. Questo approccio tende a enfatizzare i pericoli immediati derivanti dall'attività umana, creando una percezione distorta della realtà. Tale catastrofismo ha portato a politiche inefficaci e dispendiose, che non affrontano le vere cause dei problemi ambientali, ma comportano pesanti ricadute sul tessuto economico e sociale.
Gli ambientalisti fanatici tendono a mettere in secondo piano le esigenze umane in favore della protezione della natura, promuovendo misure che possono risultare oppressive per le comunità locali e degradanti per la dignità umana.
Gli esempi sono molti.
La promozione di alcune aree protette ha portato all'espropriazione di terre, alla chiusura di attività tradizionali e alla marginalizzazione delle popolazioni locali. La totale mancanza di presenza umana e l’assenza di un concreto monitoraggio ambientale ha trasformato alcuni parchi in zone di degrado, piazze di spaccio e discariche abusive a cielo aperto.
Le iniziative per l’eliminazione della plastica hanno dimostrato limiti significativi. I divieti sulla produzione di molti prodotti in plastica ha causato la crisi di un settore che vale diversi miliardi, ciò nonostante l’efficienza nella produzione, nella raccolta e nel riciclo di questi materiali rende l’inquinamento da plastica europeo quasi irrilevante sul piano globale, con Cina e India che continuano a incidere per oltre il 90% sulla plastica riversata in mare. Ciò non solo non ha ridotto l'inquinamento, ma lo ha anche aumentato, contribuendo a spingere verso cicli di produzione alternativi talvolta più impattanti. Analoghe criticità sono evidenziabili se parliamo di mobilità ed emissioni di CO2.
L'implementazione rapida di tecnologie rinnovabili, come pannelli solari e turbine eoliche, senza una pianificazione adeguata ha portato a conseguenze negative. In alcune regioni, l'installazione massiccia di impianti ha causato danni agli ecosistemi locali e conflitti con le comunità che dipendono da tali terre per la loro sussistenza. Inoltre, la necessità crescente di chip e tecnologie per costruire impianti rinnovabili ha reso l’Europa sempre più dipendente dal punto di vista tecnologico verso i Paesi asiatici. Lo stesso ambientalismo che spinge verso le rinnovabili, di fatto incapaci di sostenere realmente il fabbisogno energetico europeo e impattanti sia in fase di produzione che di smaltimento, paradossalmente si batte contro l’energia nucleare, che ad oggi risulta l’unica possibilità reale di abbattere le emissioni di C02 nel breve periodo.
Questi sono solo alcuni esempi di come le politiche ambientaliste spesso frenino la crescita economica e impattino negativamente sia sul tessuto sociale che sull’ambiente stesso.
Quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla testata olandese De Telegraaf rischia di trasformarsi in uno scandalo di proporzioni colossali. Secondo le accuse, per imporre la propria ideologia green, l’Unione Europea avrebbe speso centinaia di milioni di euro per ottenere il consenso di politici, Stati e gruppi di pressione, al fine di approvare le numerose politiche ambientali, spesso antieconomiche e socialmente dannose, promosse dall’allora Commissario al Green Deal, Frans Timmermans.

La delegazione di Fratelli d’Italia e, più in generale, il Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei si sono fermamente opposti a tali proposte durante la scorsa legislatura e intendono approfondire ogni aspetto di questa vicenda, che si profila come un vero e proprio “Timmermans-Gate”.
Mentre l'intento di proteggere l'ambiente è fondamentale, è essenziale adottare un approccio più critico e pragmatico. Le iniziative a tema ambientale devono essere bilanciate con considerazioni e valutazioni d’impatto economico e sociale per evitare che compromettano sia il benessere umano che quello del pianeta.
In qualità di Vicepresidente della Commissione ENVI del Parlamento Europeo, il mio impegno è garantire un nuovo approccio, pragmatico ed efficace, alle problematiche ambientali.
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